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lunedì 28 gennaio 2019

Starting from the bottom

Le cose non stanno di nuovo (strano ma vero!) andando come previsto.
Credevo che entrambi volessimo la stessa cosa ma a questo punto non è così. La cosa che mi fa più ridere è che comunque trovo lo stesso tipo di persona ma con cornici diverse: chi è frustrato con la famiglia, chi con il lavoro o chi si mostra dall'inizio per quello che è.

Alla fine non credo di avere una buona intuizione. Ma questa cosa l'ho già detta e stra-detta nei mesi passati. Se tu che mi segui leggi le mie bozze-ribrezzo lo saprai.

martedì 15 gennaio 2019

Self-centered

Sono io troppo concentrata su me stessa?
Se mi pongo dei quesiti è perché mi sto rendendo conto che ho un problema o perché penso che gli altri non mi diano il giusto peso?

Mi odio. Da morire. E più vado avanti così, più trovo conferme nella vita.
Ho sempre sognato ad occhi aperti e continuo tutt'ora a farlo, sperando che la vita mi offra qualcosa in discesa. Con questo non sto dicendo che ho avuto difficoltà enormi, ma che nulla mi è stato regalato. Mai. Non ho avuto l'intelligenza, l'astuzia o l'intuizione, non sono stati doni che ho avuto fin dalla nascita, ho dovuto costruirli. Non sono mai stata una bambina intelligente. Mi sono dovuta alzare le maniche e studiare. Non mi ho una memoria fotografica, perciò sono costretta a mettermi in posizioni scomode, scrivermi gli schemi su pagine bianche e ripetere ad alta voce come una macchinetta. Ho una memoria acustica e molte volte ripetendo dico parole diverse solo perché suonano sonoramente allo stesso modo. Dislessia portami via, in sostanza.
L'intuizione non mi è stata utile nemmeno in campo personale. Partendo dal presupposto che nei miei 24 anni, ho sempre avuto relazioni di merda, forse questa che sto avendo potrebbe andare in porto e "vivere felice e contenta", ma dal momento in cui la mia intuizione fa schifo non ne sono nemmeno più così sicura. Non contando gli amici. Ci sono persone che hanno amici fin dall'infanzia, da quando sono all'asilo nido e poi, passano gli anni, si va al liceo, all'università, anche non nella stessa, ci si sposa, si va ai matrimoni e ci si incontra tutti i sabati nello stesso pub alla "How I met your mother". E tu, che stai leggendo, probabilmente hai avuto la stessa esperienza e ti chiedi "Beh, è così difficile? Tutti ce l'hanno."
Sbagliato.
Io no. Posso contare i miei amici su due mani, se proprio voglio esagerare, e oltretutto non sono nemmeno perfetti. Ma mi accontento. Mi hanno sempre detto che aspirare a qualcosa sopra le proprie capacità scaturisce arroganza e sopravvalutazione. E io non voglio esserlo. E quindi mi sono fermata. Anche perché in questi pochi 24 anni posso dire di essere piaciuta al 20% della gente che ho conosciuto, di cui l'1% è ancora mia amica. Great.
Non per altro sono sempre stata bullizzata. Poi ho deciso di battere il cosiddetto "bullismo" con l'autoironia e sarcasmo ed effettivamente non ci sono stata più male. Un po' perché dopo 16 anni incominci a mettere un po' di sale nel cervello e i teenagers capiscono che bullizzare serve a poco e niente, un po' perché non avevo più voglia di ascoltare e volevo stare bene.
Non per altro mi sono adeguata alla massa: studia, fai cose stupide, scopa più che puoi, fatti le canne, bevi, suona qualcosa che fa figo e viaggia. Alla fine queste piccole - eppure così grandi - cose sono l'apice della felicità per un millenian. E ti dirò, lo era anche per me. Sebbene in quel periodo mi beccassi della puttana da persone sconosciute, dai migliori amici e anche dai parenti, come ho già scritto, non avevo voglia di ascoltare e mi volevo solo adeguare.
I miei genitori mi hanno insegnato che essere particolare e avere un carattere spiccante non sempre ti aiuta, ma anzi, ti crea solo nemici. Vedi bullismo o ignoranza - non perché non conoscevano, ma proprio perché mi ignoravano - dei professori di fronte alla mia sofferenza. Perché stavo anche a loro sul cazzo, quindi perché aiutarmi.
E poi arrivi all'università, nuovo ambiente, nuovi amici - come ho già detto, tutti quelli di vecchia data li ho persi per strada e quindi mi sono dovuta ricostruire una vita - e via di nuovo con il solito ciclo: studia, divertiti, tromba, bevi, fuma e quando puoi pensa.
Alla fine a furia di non pensare mi sono ritrovata a 24 anni con un ragazzo che, per quanto ami e fantastico sia, non prova empatia per la mia desolazione; un'università che alla fine non mi ha insegnato un cazzo, e di conseguenza non riesco a trovare uno stage pagato - perché un internship l'ho trovato, ma lavoro gratuitamente e quindi non mi garantisce una fottuta a casa a Londra - e gli stage pagati se li prendono le persone risolute, geni, intuitive, dinamiche e curiose: tutte cose che a quanto pare non mi appartengono più - quando ero più cretina mi appartenevano ma vedi tutti i casini che ho combinato; un Erasmus che non mi ha dato un cazzo; quei pochi amici a 850km di distanza che oltretutto pensano ai cazzi loro, come giusto che sia, e anche se l'ho già menzionato, un ragazzo che pensa che il mio malessere sia solo frutto di vittimismo e non sia reale.
Beh, che dire. Mi sento un po' come quando ero bambina, avevo la febbre o la dissenteria o qualsiasi altra malattia e mia madre mi mandava comunque a scuola perché diceva che stessi fingendo. E alla fine mi cagavo addosso davanti a tutta la classe perché effettivamente stavo di merda. Allora mia madre mi veniva a prendere e mi beccavo pure botte perché mi sono azzardata a stare male - o a cagarmi nei pantaloni davanti a tutti.
Non so se ho reso l'idea in questo bellissimo e scritto in un modo così sinteticamente corretto - e ovviamente sono ironica, perché credo di non essere capace a fare nemmeno questo - stream of consciousness alla Virginia Woolf. Non credo di potermi paragonare a lei dato che è stata la persona più femminista e caratteristica del suo secolo. Stream of consciousness. Senza Virginia Woolf.

E magari spero che tu, tu che stai leggendo questo pezzo mi conosca. E spero che sia te. E spero che per una volta capirai cosa voglia dire vivere nel malessere tra quesiti, sensi di colpa e incapacità. Spero che tu provi empatia. O spero che provi disgusto. Ma almeno qualcosa la provi. Piuttosto che essere annoiato mentre leggi questa marea di puttanate e ti chiedi "Ma perché cazzo sono ancora qua a leggerlo e ad aver a che fare con te". Lo comprenderei.

Adesso scusa, ma ho un film di merda da finire. Manco questo sono riuscita a sceglierlo bene.
Ti saluto.

Mi dispiace non essere l'idea che ti sei costruito di me.

venerdì 14 dicembre 2018

Crescere

E' tutto molto difficile.
Ho sempre pensato che diventare adulti fosse sinonimo di indipendenza e responsabilità, ma in realtà si sta rivelando un grande fiasco per quanto mi riguarda: sii bravo abbastanza nel tuo lavoro, sii sveglio, intelligente, abbi altri interessi oltre allo studio, eccelli in tutto, nello sport, nell'amore e nel lavoro, prendi voti alti, devi avere un fisico della madonna, guadagna tanto, sii simpatico.. Insomma, se devo dire quale sono le mie qualità forse ho il 4% di quello che la società richiede.

Non sono una buona studentessa: ho avuto problemi con lo studiare e con la concentrazione da quando sono entrata in università, ho perso la motivazione per studiare, sebbene mi sia sempre piaciuto ed è da quattro anni che cerco un'ispirazione per poter avere stimoli sotto questo punto di vista, oltre all'ansia che ti viene due settimane prima di un esame perché non hai toccato libro negli ultimi 4 mesi;

Non ho mai lavorato tanto, o comunque, se l'ho fatto, sicuramente non nel settore per cui sto studiando e quindi in sostanza non ho fatto un cazzo;

Se i voti mi potevano salvare per la ricerca del lavoro, mi sono affossata tentando di mettere in risalto i progetti durante i miei anni accademici, ma alla fine, se posso essere sincera, non ho imparato un cazzo, o comunque nulla che mi permette di poter trovare un lavoro. Ovviamente devo studiare durante queste cazzo di vacanze natalizie cose che non vedo da anni perché altrimenti non trovo lavoro da nessuna parte, e indovina la voglia che ho in corpo...

Ok ho un ragazzo fantastico ma non ho manco la possibilità di vederlo alla sera. Ci vediamo una volta ogni due settimane che, per carità, è tanto per una storia a distanza ma comunque non posso nemmeno godere del benessere di una relazione.

Non contando che ho anche mollato lo sport perché non ho possibilità di farlo qua in Francia.
Ah e voglio aggiungere: sono finita nel posto più merdoso del mondo. Cioè non sento una persona che non si sia divertita in Erasmus e io invece mi sono ritrovata in un buco di culo grande quanto la mia città italiana ma con almeno 1/4 dei giovani abitanti. Gli altri sono tutti vecchi inglesi che hanno deciso di trasferirsi qui dopo il retirement.

Non ho stimoli, non ho soddisfazioni e davvero, sto perdendo la pazienza a dover rincorrere sempre qualcosa perché tanto, anche con la fatica, non ottengo mai un cazzo.
Mi sembra di essere tornata a quell'eterno 2013... 

giovedì 20 settembre 2018

Sono arrivata

Mi sono trasferita.
Vivo da sola.

E' come essere tornata a casa ma aver cambiato lo stato. Non avere le stesse persone con cui fare affidamento. Mi mancano tanto tutti. Ma allo stesso tempo mi godo il tempo da sola.

Finalmente amo.
In una maniera più sana. Lo faccio.

mercoledì 1 agosto 2018

Fallimento

Ho paura del fallimento.
Non mi sento buona a fare nulla, ho l'esperienza pari a quella di un criceto che ha vissuto per tutta la vita in una gabbietta.
Sto per andarmene via, all'estero e ho paura di non farcela. Una lingua nuova che ho studiato solo per metà, nuovi amici, qualcuno parlerà inglese? Ho un buon inglese da potermi far capire?
Devo trovare la cazzo di tesi qua a Londra. Ed è difficile se non hai un buon curriculum. Chi cazzo considera una ragazza che non ha imparato niente oltre allo studiare all'università? Si, ho fatto piccoli lavoretti, ma quanto verranno considerati dalle aziende per cui mi candido?

Dall'altra parte ho un ragazzo fantastico, un fottuto genio che stimo in tutti i suoi aspetti: è eccellente dal punto di vista lavorativo, un ottimo amante, un buon amico e il divertimento assoluto quando si tratta di fare stronzate. Eppure non tutti siamo come lui, io per prima. Non ho capacità innate, la cosa migliore che posso fare è sforzarmi e farmi il culo. Non sono nata genio, non sono nata capace, prima di imparare le cose devo stare ore a pensarci e a studiare. Ad esporre faccio schifo, a scrivere peggio, al liceo avevo un 6 cagato di tema solo perché stavo simpatica al professore.
E adesso? Adesso che devo contare solo e unicamente dalle mie esperienze che cazzo posso offrire? Dire che sono una persona rotta che sta cercando di ricostruirsi e di realizzarsi almeno sul punto di vista lavorativo?
Credevo che lo studio fosse l'unico ambito in cui andavo alla grande, ma dopo questa sessione posso ricredermi. Per carità ho dato 4 esami ma con che cazzo di risultati? Avevo la media del 27 e sono scesa a 26.3 perché ho fatto un esame di merda che non posso rifiutare per sto cazzo di eramsus.
Mio padre mi ha chiesto se l'erasmus è più benefico che il Politecnico, ma cosa devo fare? Ho voglia di provare a vivere qualcosa di diverso, con tutte le sensazioni negative che mi porto appresso data dalla mia cazzo di ansia. Ma mi abbasserà la media, più di quanto io ce l'abbia già bassa - per una magistrale ovviamente. E quale sarà il mio bigliettino da visita?
Mica posso dire "Eh, ho avuto tante esperienze dal punto di vista amoroso tale che mi abbiano fortificata - o distrutta" tantomeno "Guardi posso imparare lavorando, mi lasci solo provare".
Non sento di avere nulla in mano, nulla di proficuo e di necessario, non ho niente in più da offrire alla gente. Forse un po' di negatività, non che mi aiuti.

Posso dire di essere una ragazza interessante....... sotto quale fottuitissimo punto di vista? Perché sono particolare e interessante? Perché prendere me rispetto ad altri migliaia di ragazzi?
Credevo di voler iniziare a lavorare ma non ne sono più così sicura.

Perché sono una buona amica? Perché devo essere presa in un'azienda? Cosa offro a Fabio di così bello tale da amarmi? Perché sento di essere immeritevole in tutto?

Forse sono depressa.
O sono semplicemente troppo rotta. E non ho la più pallida idea di come ricostruirmi, anche se un po' l'ho già fatto grazie alla mia psicoterapeuta.

Che merda.

lunedì 2 luglio 2018

Le crisi

Ogni volta che sto così male mi viene da pensarti.
E' divertente il fatto che associo il dolore a te, vero?
Mi avresti lasciato sola come tutte le volte e io avrei studiato solo di giù per farti vedere che stare con me valeva davvero la pena. Ma adesso non c'è più questa motivazione.

Mi sono innamorata di un altro. Che non gli importa che voti prendo o cosa ho fatto nel mio passato. Gli importa di me adesso e del mio futuro. E' felice che il mio passato sia stato così perché non sarei la persona che avrebbe voluto accanto, o che gli fosse piaciuta.

Sono senza parole, lo studio mi sta distruggendo.