Cerca nel blog

venerdì 2 agosto 2019

Happy birthday to me

Domani, 3 agosto, farò 25 anni. 25 fottuti anni. Un quarto di secolo.
Cosa ho imparato?

Ho perso interesse nella vita. Non so che cosa voglio fare e mi sento persa. Dovrei prendere, avere voglia di vivere, viaggiare, cambiare il mondo, mentre io STO BENE e ripeto, STO BENE a casa. Nelle mura della mia cameretta. A non fare un cazzo. Scrollare Facebook o Instagram tutto il giorno per vedermi stronzate.

Anche il mio ragazzo l'ha notato. Mi chiede sempre che faccio e oggi, un giorno prima del mio compleanno, mi ha detto che dovrei cercare qualcosa che mi interessa di più o che almeno mi appassioni, anche se non centra un cazzo con il mio lavoro (che, attenzione attenzione, non mi interessa minimamente - strano, no?).
Non abbiamo litigato, mi ha aperto gli occhi. C'è qualcosa che non va in me e ciò che non va è il vittimismo cronico in cui sto vivendo da tantissimi anni. Perché lo faccio? Perché è l'unica cosa che mi mette sicurezza: dare colpa agli altri, a situazioni, a relazioni non fa altro che allontanare la responsabilità su di me. C'è un mio caro amico che mi ha detto: "sai, quando c'è una situazione che ti mette in difficoltà agisci in due modi: dai la colpa a qualcosa e cambi subito discorso". Mi ricordo anche che gli avevo dato ragione, ma ho dimenticato la soluzione a questo mio problema, che probabilmente mi ha dato, ma io ero troppo impegnata a trovare capri espiatori nella mia vita a cui dare la colpa per giustificare questo mio comportamento.

E adesso, la voce della verità: la persona con cui vivo assieme da 5 mesi, che mi ascolta tutti i giorni e che cerca di essermi di sostegno più di altra cosa al mondo si è fatta sentire. Basta, fai qualcosa della tua vita e cerca di cambiare questa tua abitudine. Mi ha anche consigliato esercizi mentali da fare in modo da poter migliorare questo mio difetto: ogni volta che faccio qualcosa di sbagliato, pensarci 5 minuti e chiedermi "come posso evitare di ricapitare di nuovo nella stessa situazione?", trovare la risposta e fine. Imparare dai miei sbagli. Facile no?

E' tutto così logico, ma la mia mente ha strani modi di lavorare e non riesco ad arrivare a queste soluzioni così straight-foward. Ovvie. Fai una cosa, pensaci e non farla più nel caso sia sbagliato. E allora mi chiedo, cosa porta la mia mente a ricercare colpe nel passato? Perché non riesco a prendermi responsabilità dei miei sbagli? Perché sono una persona di merda? Probabilmente sì.

Stavo ripensando, qualche giorno fa, a come mi comportavo quando ero alle medie. Ero una stronza colossale. Non so nemmeno come abbia fatto ad arrivare a livelli così elevati. Mi ricordo che ero ad un compleanno di una mia amica, avevo saputo qualche giorno prima che lei mi aveva sparlato alle spalle e i miei amici di allora mi avevano subito riferito tutto ciò che lei aveva detto. Sapete che ho fatto? Ho preso carta e penna, scritto una lettera cattivissima con la complicità dei miei amici e gliel'ho letta ad alta voce durante la festa. Lei si era messa a piangere e io le avevo detto che era una brutta stronza. Ma chi era in realtà la stronza tra le due? Lei? I ragazzini si sparlano sempre alle spalle, con il senno di poi avrei detto a me di 13 anni di evitare di fare quella clamorosa stronzata e di far scivolare la situazione nel dimenticatoio. E invece no. La stronza ero e sono io.

Col passare degli anni, penso che il mio aspetto più stronzo si sia affievolito, e tutte le insicurezze che ho coperto tramite l'essere stronza e la più forte di tutti e il vittimismo siano diventate più forti che nemmeno quelle difese che mi ero costruita - e mi sto tutt'ora costruendo - siano abbastanza. Alla fine, i nodi vengono sempre al pettine. Il pettine in questo momento è il mio ragazzo attuale, il fatto che devo cercarmi un lavoro dopo l'Università e la mia mancanza di interesse verso il mondo.

Well, it is time to change. Non posso dire di non essermi circondata di persone interessati, il mio ragazzo si interessa di economia, politica, ingegneria, musica e cinema (anche se certe volte credo che manco lui sta credendo alle parole che sta dicendo), la mia migliore amica ha fatto una start-up, l'altra va in giro per la Russia a girare documentari e quell'altra ancora, che così tanto best-friend non è più, si è fatto comunque un mutuo per la casa e ha iniziato una radiosa carriera da giornalista.

E io che cazzo ho fatto? Ok, ho deciso di andare a vivere all'estero, 7 mesi spesi nella città buco di culo di Limoges, che non auguro a NESSUN Erasmus student di andare, e 5 mesi nella grigia Londra, che è una città piena di cose da fare ma costosa come la merda. Ok mi sto per laureare (si spera) ma cos'è che mi appassiona davvero? La psicologia davvero? Farmi i cazzi della gente?

Non è che non mi appassiona quello che sto facendo perché non sono naturalmente portata e mi costa fare sacrifici per quello e non ho minimamente voglia? Pigrizia totale?
Oh potrebbe essere. Ed è quella più quotata. Ma da qualcosa dovrò pur iniziare.

Si inizia.