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giovedì 7 dicembre 2017

Ignoranza

Non so minimamente che cosa voglio.
Vorrei ritornare assieme a lui, ma come si fa? Ci sono delle regole da seguire o è giusto quello che stiamo facendo?
Ogni giorno mi distruggo perché voglio capire che cosa vuole lì, che cosa pensa, perché fa così, quando il problema maggiore è: perché io non so dare una risposta a tutto ciò che concerne la mia responsabilità?
Noi siamo la conseguenza delle nostre scelte. Non è il tempo a cambiare le cose ma più quello che facciamo per noi. Crediamo nel fato, nel destino, ma alla fine siamo solo noi a cambiare le cose e a decidere come potrebbero andare.
Ma se rimaniamo fermi nelle nostre paure e non siamo più in grado di portarci in avanti?
Io sono ferma. Io non prendo decisioni. Se le avessi prese non mi ritroverei a distruggermi di fronte a piccole cazzate. Lascio che gli altri decidano per me o che il mio inconscio faccia ciò che mi faccia stare bene nell'immediato. Ma nulla di ciò mi fa stare bene l'indomani.

Ci sono questi attimi di down che mi fanno toccare il fondo. Che in realtà non è la fine. E' solo l'inizio per la discesa negli inferi.
Virgilio dove sei?

mercoledì 15 novembre 2017

Indecisioni

Non so cosa voglio in questo momento. C'è qualcosa che non quadra ma non ho ben capito il perché.
Effettivamente potrebbero esserci ben due cose che mi potrebbero alquanto a disturbare:
1) Le cose con lui stanno andando a rilento. Lui non sa se ne è davvero convinto e io che sto aspettando. Ma lo sto facendo in modo errato. Il mio subconscio mi chiede di scappare dalla sofferenza prima che lui scappi di nuovo dalle sue responsabilità con me. Tanto da essere spazientita di fronte a un suo ritardo di 10 minuti e di fronte a una sua non risposta ad una cosa ritenuta da me di rilevante importanza, ovvero la mia salute mentale. Oppure di fronte alla mia proposta di fare brunch sabato o domenica. Sono sempre convinta che in realtà lui non sia interessato così a me e che faccia questa cosa un po' per passatempo. Ma poi fa cosa che mi fanno ricredere e l'unica cosa che mi chiedo è: perché riprovarci con me quando sa benissimo che le cose saranno più complicate del previsto? Perché non andare da una ragazza qualunque che gli gira intorno e vedere se davvero le cose possono cambiare? Io so perché mi butto, ovviamente provo dei sentimenti per lui e non so dire di no ai miei impulsi ed istinti. Ma mi ucciderebbe sapere che in realtà per me non prova niente. Proprio come mi ha ucciso l'ultima volta e mi ha portato alla mia totale distruzione.
2) Una delle mie tre migliori amiche non sa lontanamente di questa situazione. Non sarebbe d'accordo e io mi sentirei giudicata. Ho una paura fottuta che mi dica cose che non voglio sentirmi dire e non senta il supporto che vorrei avere. Il fatto è che lei in questi tempi non si sta interessando a me, ha sempre pensato ai fatti suoi senza chiedere nemmeno se nella mia testa c'è qualcosa che non va. Ciò lo dimostra. Se mi conoscesse un minimo saprebbe che c'è qualcosa che sta circolando nella mia vita. E questa cosa è lui. Lo sa che l'unica persona che mi porta a modificare la visione della mia vita è lui. Ma non è interessata, o almeno, è interessata ma in questo momento di cosa mi sta succedendo non la tocca particolarmente.

Ma adesso che cosa devo fare? L'altro giorno ho fatto ipnosi e quando mi ha detto di fare quello che il mio subconscio voleva, mi è salito un senso di magone che continuo in realtà a tenermi un po' a presso. Mi dice di scappare, di andarmene, che per quanto lo ami quella persona non è la persona che fa per me, per un semplice motivo: è troppo problematico con sé stesso e non potrebbe migliorare la situazione tra me e lui se lui non è il primo a sforzarsi in maniera produttiva. So che in parte lo sta facendo - e me lo sta anche dimostrando - ma il punto è: riuscirebbe andare oltre ai limiti che gli impone la sua testa?

Vorrei poter mettere me stessa di fronte agli altri. Prima di lui e prima dei miei amici. Vorrei amarmi un po' di più per poter capire che ci si basta anche da soli senza dover avere un sostegno da qualcuno. Spero che la psicoterapia mi aiuterà con il percorso. Ma in primis, devo avere un po' di forza di volontà. E chissà da dove cazzo la posso tirare fuori.

domenica 29 ottobre 2017

Lasciati andare

Non so più che cosa dirti.
Ti scrivo tutti i giorni, vorrei che mi cercassi, che tu voglia conversazioni divertenti con me, ma non idea di come condividere la mia vita con te.
E' da troppo tempo che siamo lontani e non so come tu possa fare a ritornarci dentro come una volta stavi. Eri così vicino e adesso sei così lontano.

Sei la persona che potrebbe rendermi così felice ma allo stesso tempo sei diventato talmente un personaggio secondario che non so di cosa parlare se non dei nostri problemi. Non riesco a guardare il futuro.
Non so che cosa fare, sono così confusa.

sabato 21 ottobre 2017

Due passi indietro

Mi dispiace aver visto prima un uomo insicuro e poi un uomo che mi ha ferita.
Mi dispiace aver sentito prima un uomo innamorato e poi un uomo che mi ha deluso.

Rimane il fatto che sei così, indefinito nel tuo essere e nel tuo mondo.
E io sono di nuovo in un baratro di malessere e nebbia.

Ho l'ansia quando mi sveglio e quando mi addormento. Mi accorgo di non vivere più bene la vita.

Sembra che stia perdendo qualcosa, che potrei perderti, ma il punto è che in realtà ti ho già perso da un pezzo. L'ho già realizzato razionalmente, ma i sentimenti si rifiutano completamente di crederci.

Peggio di così non potrebbe andare. L'indecisione è comunque una scelta, la tua.
So che non mi hai mai chiesto di aspettarti, ma lo sai benissimo che quando ti guardo il mio cuore si ferma. E posso uscire con mille altri ragazzi, posso baciarli, andarci a letto e passarci le giornate assieme, ma il cuore è fermo da altre parti. E' la mia testa che mi obbliga ad andare avanti, perché "mi merito di meglio", perché "non si può perdere occasioni per una persona che non sa mai che cosa voglia dalla vita".

Io odio fermarmi per qualcuno. Ma se una parte di me mi urla che devo svegliarmi, perché la vita non è sofferenza e non lo è nemmeno l'amore, l'amicizia e le esperienze, la speranza mi lega ad una poltrona e mi costringe a rivivere tutte le emozioni e le situazioni vissute con te e mi dice "guarda che se quello è ciò che può darti, sono sicura che può ridartelo in qualsiasi momento, l'importante è che ci sia una grande volontà".

Sono in una lotta con me stessa, dove non ci saranno né vincitori né perdenti. Ma ci sono morti. Quello sì. E' già morta la mia allegria, sostituita dalla regina Ansia che ha mandato le sue truppe verso la principessa Sensibilità. Adesso lei è all'interno del Colosseo del regno, a combattere contro tigri e leoni, mentre Ansia, affiancata dal suo perfido consigliere, Malessere, guarda eccitata.
Tristezza in compenso è rinchiusa in una torre e non riesce ad uscire. La guerriera Rabbia sta cercando di salvare tutti, ma anche lei è stanca e torna a casa demoralizzata. Sembra che ogni arma non sia abbastanza.

La decisione, che lo voglia o no, è nelle mie mani. Sta a me decidere se vivere con un uomo che al momento è un ragazzino sconfitto o far uscire tutte le emozioni negative che mi permetteranno di vivere la vita con un goccio di maturità in più.

Questa confessione sarebbe indirizzata a te, per farti svegliare e aiutare a convincermi che una scelta più giusta c'è. Ma non posso fartela leggere, perché il mio dolore si accumulerebbe solo al tuo. Perché è una decisione che devo prendere io, non tu. Perché è la mia vita e io sceglierò se farla assieme o meno.

Tanto tu comunque non sceglieresti..

domenica 15 ottobre 2017

Rabbia

Sono costantemente arrabbiata.
Voglio fare qualcosa di nuovo nella vita ma non saprei come e con chi.
Sono incazzata con il mondo e non voglio più vivere con questa situazione che appare sotto i miei occhi senza controllo. Vedo la mia vita dipendere dalla gente, ma non voglio dipendere da nessuno, voglio essere INDIPENDENTE!

Il problema è che non sto sola da una vita. Mi hanno sempre insegnato che condividere la vita in due è sempre più bello: che sia un amico/a o il proprio partner. Il problema è che non vedo più nessuno degno di starmi accanto.

E' da due mesi che mi frequento con un ragazzo e va male. Malissimo. Vedo solo mille difetti in lui e mi infastidiscono alcuni suoi lati del carattere anche se non mi darebbero fastidio venissero da qualsiasi altra persona. Ci sono parte fisiche che non mi piacciono di lui e questo suo essere "chill" mi mette noia. Cosa c'è da essere chill?! Non sono una persona tranquilla, non lo sarò mai! Sono tranquilla solo quando mi sento soddisfatta internamente. Ma da quando non sento quella sensazione di benessere che mi permette di fare davvero di tutto??

Scrivo in questo cazzo di blog ma alla fine non agisco mai. E' questo il punto. Mi lamento costantemente e in continuazione ma non c'è qualcosa che effettivamente sta cambiando. Sento solo che gli eventi mi stanno trascinando e tante emozioni negative che pervadono il mio cuore.

Mi sento pesante e infelice.
Non ho niente da offrire. Mi sento parecchio vuota. Non sento nemmeno che ho qualcosa da dare.

Non voglio né dare né ricevere. Anche se in questo momento non c'è qualcuno che mi sta dando qualcosa di positivo se non fastidio generalizzato.

Voglio andarmene e voglio essere felice.

sabato 30 settembre 2017

Ritorno

Perché sei ritornato?
Perché di nuovo mi vuoi illudere che vuoi una cosa mentre in realtà vuoi semplicemente schiacciarmi contro un muro e spaccarmi di nuovo il cuore?
Non ti è bastato ridurmi come mi hai ridotto quest'anno?

Perché le persone non hanno rispetto per le altre?
Perché non puoi continuare la tua vita staccandoti da me proprio come avevo fatto io in questo ultimo mese? Non è giusto! Non è giusto giocare sempre sulle mie debolezze, non è giusto ridurmi in polvere e uccidere la piccola autostima che mi sono di nuovo ricostruita.

NON E' GIUSTO! Voglio che tu capisca cosa cazzo ti passi per la testa e fai pace con te stesso! FAI FOTTUTAMENTE PACE CON TE STESSO! Non voglio essere un'altra volta la conseguenza dei tuoi fottutissimi problemi ed essere individuata come la causa! PERCHE' LA CAUSA DEI TUOI MALI SEI SOLO TU.

Mi hai amato e mi ami ma hai paura di avermi perso? E' colpa tua se adesso ti odio!
TI ODIO! Hai distrutto tutto quello che ero io, mi hai creato delle insicurezze che non avevo e hai voluto rendermi dipendente da te perché ti fa sempre comodo avere un porto sicuro.

La stima che io ho nei tuoi confronti è pari a zero. Non credevo che potessi essere così schifata da te e così arrabbiata con te perché sei e continui ad essere un povero sfigato che non sa cosa voglia dire essere innamorato, amare e provare dei sentimenti!

Io voglio essere viva dentro, voglio essere speranzosa e solare e tutto ciò che può trasmettere agli altri calore e felicità, non una persona che intimidisce le altre, le spezza e le usa a suo piacimento.
SEI UN CAZZO DI INSICURO, COMPLESSATO, INCOERENTE E NARCISISTA. Tutto nella stessa persona! Hai solo lati negativi che ti caratterizzano e io ti odio per avermi fatto innamorare di te e infine odio me stessa per essermi fatta ridurre così, incapace di volere, incapace di intendere e con la paura di non trovare più l'amore.

TI ODIO! Sei una persona schifosa che fa tutto in funzione dei propri interessi e io non so come cazzo faccio ancora a tenerci e a volerti bene e odio me stessa anche per questo: perché non c'è un giorno in cui penso se tu sia felice. E mi preoccupo. E ci sono sempre come sostegno anche se non vorrei. E mi odio. Ti odio.

Perché lo stai facendo di nuovo.

domenica 10 settembre 2017

Apatia

Il problema dell'apatia è qualcosa che mi sta letteralmente distruggendo.
Sono apatica con le persone a cui voglio più bene: vorrei solamente aprirmi e far passare tutti i miei sentimenti attraverso la mia voce e i miei sentimenti, ma quando ci provo sento un peso nello stomaco, un blocco.

Non so perché tendo così tanto a somatizzare internamente, una volta ero una persona a cui piaceva trasmettere e dare, ma adesso non voglio né più ricevere né regalare una parte di me.
Riesco a far uscire tutto solo in determinati casi, con persone che mi conoscono molto poco e mi rendo vulnerabile nel modo più inaspettato.
E quando me ne rendo conto mi contengo e butto giù un boccone amaro e di nuovo ritorno nel circolo vizioso della mancanza di sentimenti.

Non mi sento ferita, disperata, felice, gioiosa, ma apatica di fronte alle situazioni che mi si creano.

Non so più cosa fare. Andare dalla psicoterapeuta una volta alla settimana mi aiuta, ma non è sufficiente e sento il bisogno di evadere ogni volta dalla mia vita abitudinaria e fatta da davvero pochi stimoli.

La mia energia vitale è sempre stata l'amore. L'amore verso qualcuno, che possa essere per gli amici o per il compagno, per lo studio o per uno sport, ma sempre quello è stato il mio motore.
Adesso che mi manca quello, non trovo un senso della mia vita.

E così viene anche a meno la speranza che ci sia qualcosa che potrebbe trascinarti verso i tuoi limiti. Senza farti soffrire. Solo migliorare sé stessi in un maniera istintiva e spontanea.

Mi mancano un sacco di cose di me.
Mi manca la luce dei miei occhi e la forza di poter combattere ogni ostacolo.

Gli unici sentimenti che riesco a provare, quelle poche volte che li provo, sono rabbia, incomprensione e rancore.

Non riesco a uscire.

domenica 3 settembre 2017

Futuro

E' facile che in questi ultimi tempi rimanga ad occhi aperti a sognare che cosa mi riserva la vita.
Penso spesso che mi farò un anno all'estero, se non di più, per poi tornare di nuovo alla mia vecchia realtà, dove tutto sarà rimasto uguale, mentre io sarò cambiata.

Mi immagino che lo incontrerò in un futuro molto lontano, che ci ritroveremo a discutere di cosa ci ha fatto sperimentare la vita e come era giusto quello che abbiamo fatto anni prima, anche se ci ha lasciato l'amaro in bocca.

E intanto, però la vita attuale mi scorre davanti agli occhi e io non faccio altro che perdere momenti e occasioni.
Non so come fare a fermare questo circolo vizioso dove spero per me qualcosa di bello e di soddisfacente, come se quello che sto facendo adesso non mi riempisse davvero.

Il problema maggiore è che la mia immaginazione sul domani concerne l'incontro con persone che in realtà stanno nel passato.

Mi sento come una persona su un sentiero, in mezzo al bosco, con una valigia piena che piano piano viene svuotata durante il percorso della vita: i sensi di colpa, le ferite e le brutte sensazioni.
E adesso il mio trolley di cattive esperienze è pieno. E non riesco a liberarmi di questo peso.

Teoricamente dal passato bisognerebbe trarre una lezione, ma io sento di non averla ancora imparata.

In questi giorni mi sono convinta che se due persone sono fatte l'una per l'altra, non importa le situazioni che possano affrontare - positive o negative - loro rimarranno sempre assieme nonostante tutto. Di per sé le relazioni non finiscono perché si incontra la persona giusta nel momento sbagliato e nemmeno perché si è affrontato "troppo" per poter ricominciare di nuovo da capo senza rancori né risentimenti: semplicemente la coppia non è compatibile ad affrontare determinati ostacoli, indi per cui si rompe. Le coppie stabili, che si amano e che vogliono davvero risolvere i problemi, affrontano tutto, non generano una crepa difficile da aggiustare.

Sebbene il mio intelletto suggerisce questi ragionamenti più che logici e coerenti, continuo sempre a sognare di rincontrarlo.
E' sbagliato, non è coerente e rende il mio distacco molto più difficile.

E' un'ossessione. Sono ossessionata e ho paura di non staccarmene mai.

Non ho pazienza di aspettare, voglio cambiare dal giorno al domani, ma non è così che funzionano le cose, lo so. Me l'hanno detto tutti: "non pensarci, fai nuove esperienze e divertiti". Ma non è facile iniziare una nuova vita quando hai delle cose irrisolte alle spalle.

Mi guardo indietro e vedo solo relazioni tossiche e morbose, che mi hanno logorata nel tempo e che sono riuscite a fare una ferita nel mio cuore. Così reagisco con il cinismo, con la razionalità ma di conseguenza con infelicità.

Sono una persona infelice che emana vibrazioni negative.
Non so come uscire dal circolo vizioso. Non so come stare meglio se non aspettando.


sabato 26 agosto 2017

Ricostruzione

Credo di avere dei problemi sulla dipendenza affettiva.
Facciamoci un'autoanalisi di quello che è successo nella mia vita.

A Marzo del 2011 il ragazzino di cui mi ero innamorata la prima volta mi ha lasciata per stare con la cugina di quello che era la mia vicina di casa e migliore amica. Tutt'ora stanno assieme e convivono.
In quell'anno ho fatto cazzate una sopra l'altra.
Il mio vicino di casa Va ha tentato di farmi dimenticare del mio ex ragazzo portandomi ad avere nuovi hobby: roller-blade, videogiochi, bicicletta, pattinaggio sul ghiaccio e più chi ne ha più ne metta. In contemporanea quella che definisco mia cugina, anche se non di sangue, mi aveva fatto conoscere il suo gruppo di amici a cui mi sono legata fortemente e a cui ha incominciato anche a far parte Va e quello che era il mio migliore amico Ma, che a quel tempo si frequentava con una ragazza che faceva parte del gruppo, F.
Va era fidanzato, ma ci dedicavamo un sacco di tempo, per cui è iniziato una relazione proibita, nascosta, di cui il mio nuovo gruppo di amici ne era a conoscenza scaturendo oltretutto la rabbia di Ma.
Dal momento in cui Va non si decideva a scegliere tra me e la sua ragazza, anche se a sua detta mi amava, io ho iniziato a frequentare altri ragazzi, tra cui un ragazzo di Torino L, un ragazzo del gruppo in cui ero e infine un militare che tornava a Torino solo nei weekend. Ovviamente non è successo nulla di serio con questi ragazzi, oltre a qualche bacio.
Non ero interessata a nessuno di questi tre ragazzi, per questo ho chiuso tutte le storielle per dedicarmi apertamente a Va, che mi ha definita una puttana, perché lui poteva scoparsi la sua ragazza e me in contemporanea, ma io non potevo fare nulla con nessuno: ero di sua proprietà.
Alla fine della fiera Va l'ha detto alla sua ragazza - e non ha detto nemmeno tutta la verità - "è successo solo una volta e lei praticamente mi ha stuprata". Certo. Sono stati proprio due mesi di stupro. Lei ci ha pure creduto!! E io, sentendomi in colpa, avevo pure scritto alla ragazza dove le dicevo che lui l'amava e che il tradimento di "quella notte" è stato solo uno sbando. Che cretina che sono stata.

In seguito, sempre in quell'anno, ho incominciato a frequentare un ragazzo che chiameremo A.
A mi piaceva solo fisicamente, come persona mi faceva proprio cagare. Lo consideravo stupido in certi suoi atteggiamenti ma comunque gli ho dato una possibilità. Ha incominciato a piacermi, ma visto che tutti i suoi amici ci provavano con me dietro alle sue spalle e io non dicevo né si né no, ma mi piaceva continuare a farmi corteggiare per aumentare quello che consideravo il mio ego, ha deciso di darmi della puttana - pure lui - e ha smesso di frequentarmi. Non ci sono stata male per la sua decisione, ma per lo più per la considerazione che adesso le persone avevano di me. C'erano voci in giro su di me per tutta la mia città e io non sapevo combatterle. F mi proteggeva in un certo senso, mia cugina ed M invece mi continuavano a dire che dovevo smetterla di piangere sul casino che io avevo fatto. Anche perché poi per vendetta io effettivamente avevo baciato un amico di A e mi frequentavo di nascosto con lui (sarà durato nemmeno un mese).
Ma ho continuato a sbattermene e a fare di testa mia dicendomi che era la cosa più giusta da fare, anche se in fondo ci stavo letteralmente una merda.

Estate 2011.
Vado in vacanza, mi scasso e ritorno di nuovo nella città dalle mille orecchie e bocche.
Un amico di quello che era il mio primo ragazzino ci prova con me, mi faccio corteggiare non pensando poi alle conseguenze e soprattutto per ripicca nei confronti del mio primo amore adolescenziale. Nel mentre incomincio a legare molto con un ragazzo, D, che sembrerebbe capirmi in tutto e avere stima di me nonostante tutte le voci che circolavano in giro. Nel mentre un mio vecchio amico del liceo M ritorna da NY - era partito per dimenticare la sua ex di una vita - e mi scrive. Ci esco. Quindi incomincio a frequentare D e M in contemporanea e di nascosto da tutti. Nessuna storia seria, tutti e tre lo facevamo o per dimenticare qualcuno o semplicemente per non rimanere soli.
Voglio sottolineare che in tutto questo periodo, da Marzo fino a Settembre del 2011, continuavo a flirtare con F, ragazzo del gruppo, che sapevo era innamorato di me ma continuavo ad usare a mio piacimento perché sostanzialmente quando ero ubriaca volevo baciarmi qualcuno. Lui ci stava male e a da inizio Settembre fino a fine Ottobre ha deciso di non parlarmi più, anche se continuavamo a uscire regolarmente con i nostri amici in comune.
Ovviamente, le mie due storie in contemporanea, non avendo né capo né coda, si concludono verso fine Agosto/inizio Settembre. M ritorna con la sua ex e D invece rimane semplicemente un mio amico.

Settembre e Ottobre li prendo per me. Ne avevo combinate talmente tante che ne avevo abbastanza di mettermi ancora in casini, dannosi per la mia reputazione e per il mio cervello. Esco con il mio gruppo di amici, altri amici isolati e mi dedico allo studio.

Finché non organizzo una festa di Halloween a casa mia in campagna, dove ovviamente esagero tra alcol e tutto il resto. Ci riprovo con F che dopo un po' di resistenza, ci sta. E al mattino mi ritrovo sdraiata vicino a lui. NON avevamo fatto nulla, ma solo dormito insieme poche ore della notte. Quando ci svegliammo, mi baciò. E all'inizio avevo un sacco di repulsione nei suoi confronti ma poi ho deciso di lasciarmi un po' andare.
Faccio una lista dei pro e contro. Razionalmente. Dopo tutto quello che gli avevo fatto, mi frequentavo con altri mentre lo usavo come il mio kiss-toy-boy... Sapeva praticamente tutto quello che avevo fatto - tolta la storia con M a fine estate - aveva una buona considerazione di me e mi apprezzava per quel che ero, un po' puttanella e tanto problematica. Mi aveva aspettato.
E allora ho deciso di intraprendere una relazione con lui, ma di quelle serie.
Purtroppo avevo scelto tutto razionalmente e un po' per sfida, dato che i miei amici avevano scommesso che non saremmo nemmeno durati un mese.
Stiamo bene assieme. Sono la sua prima volta e il suo primo ti amo. Divento tutto per lui e in quel momento credevo che anche lui fosse tutto per me.

Estate 2012.
Litighiamo prima che io partissi per due settimane in Egitto con i miei genitori. Perché non aveva mai soldi, non aveva iniziativa e non voleva fare letteralmente nulla. Era praticamente passivo alla vita e a me questa cosa faceva un bel po' incazzare. A questo si aggiungeva il fatto che il sesso andava malissimo. Non avevamo per niente intesa e lui era molto egoista, sebbene io tentassi di insegnarli cosa mi piaceva o no e un modo per durare un po' di più. Mi dava la colpa per questo e mi sentivo davvero uno schifo.

Parto per l'Egitto e mi piace a prima vista un animatore di due anni più grande di me a cui avevo fatto lo stesso effetto. Ci prova costantemente tutta la prima settimana anche se io lo rifiutavo, ma la seconda ho ceduto. Mi sono detta che era una cosa puramente fisica e non poteva coinvolgermi quando sarei ritornata a Torino. Una botta di una notte e poi si ritorna con i piedi per terra.
Il karma ha voluto che quelle poche botte che ci siamo dati andassero di merda. E il sesso è stato terribile, davvero. In più c'erano ripicche che ci facevamo in vacanza perché lui ci provava con altre per darmi fastidio e io di conseguenza con altri. Ci siamo praticamente odiati per gli ultimi giorni di vacanza.

Torno a Torino e rivedo F. Sto uno schifo. Non mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto (proprio in minima parte), ma più che altro stavo giù perché avevo ancora in mente quel fottuto animatore. Dal momento in cui avevo ancora una coscienza dico ad F che io e l'animatore ci siamo solo baciati.
Lui c'è stato una merda e non mi ha parlato più per un po' e non lo biasimo. Mi rendo conto così che effettivamente gli volevo davvero bene e non volevo perderlo. Così lo rincorro per tutto quel periodo e lo riconquisto. Ci rimettiamo di nuovo assieme e tutto andava per il meglio.
Ho avuto alcuni ragazzi che ci provavano con me, ma mi facevo corteggiare e basta, sempre per aumentare il mio ego. Non ci stavo con nessuno di loro. Ero la tipica stronza figa di legno fidanzata.

Estate 2013.
Viaggio di maturità. Andammo in vacanza io, F e alcuni amici. Essendoci state alcune tensioni mai esplicitate prima della vacanza, litigo con la mia migliore amica e vicina di casa, con F e tutti gli altri ragazzi presenti. Appena tornata, i miei si erano messi a litigare per loro problemi e presi le decisione di andare a vivere con mia zia per un po' di tempo. Risolvo nel mentre solo con F e mi trovo in una situazione di completa solitudine. E lì riappare il famoso vecchio amico del liceo M, che mi chiede di uscire per sapere come stavo e come mi stava andando la vita. Lui si era lasciato di nuovo la sua ex storica e aveva deciso di trasferirsi a in Veneto per studiare grafica.
In quel periodo mi sentivo molto incompresa e sola, F non capiva come mi sentivo a vivere senza i miei genitori - per lo più mio padre - e a non avere più i miei amici. E allora ho deciso di prendere attenzioni da M. Io e M ci comportiamo come se stessimo assieme, uscivamo fuori a cena e mi faceva davvero svagare. Ci baciavamo soltanto. Ma non poteva durare a lungo questa situazione. Chiudo con F e parlo a M, dicendogli che non ce la potevo fare a iniziare una relazione con lui ma che ci potevo pensare su e che nel mentre lui si doveva dedicare ai suoi studi: al massimo ci potevamo vedere quando lui tornava dal Veneto e mantenere comunque un buon rapporto.
Io ritorno con F e inizio l'università: un mondo nuovo, con nuove facce da conoscere e una nuova vita da poter iniziare. Avevo voglia di cambiare tutto della mia vita: me stessa e le mie amicizie.

Iniziai ad avere nuovi amici e a continuare a vedere M quando tornava quella volta al mese a Torino. Ovviamente non smetteva di piacermi e piano piano la mia resistenza diventava sempre meno forte.
Tutto ciò mi aveva allontanato fortemente da F che era diventato solamente un'ombra di una vita che volevo abbandonare, anche se avevo molta paura perché era il mio porto sicuro, il mio pilastro, ciò che mi continuava a tenere legata alla mia vecchia vita.

A Dicembre del 2013 cedetti. Incominciai una relazione segreta con M, che mi faceva sentire davvero  importante e aveva un'estrema considerazione di me come persona.
Cene assieme, uscite, cene pure con i suoi genitori che erano a conoscenza del fatto che M fosse il mio amante.
Mi sentii davvero in colpa e non ce la facevo più. Lasciai sia M che F e mi presi del tempo per me.

Nel mentre però stavo preparando il mio primo esame della vita con un mio ex compagno di classe delle superiori, con cui capitano alcuni baci ma nulla di più. Appena dato l'esame entrambi concordammo che eravamo meglio da amici più che da scopa amici.

Non mi feci più sentire da M e decisi di rimettermi con F per darmi un'ultima possibilità. Non potevo buttare all'aria così tanti anni di relazione.
Nel mente flirto con un ragazzo che avevo conosciuto tramite un servizio fotografico e con cui avevo iniziato a collaborare per organizzare feste in discoteca. Ci baciamo a stampo un paio di volte in una serata che avevamo organizzato, ma decisi di lasciar perdere subito perché non mi convinceva come persona.

E qui inizia l'inizio della fine.
Io e F smettiamo di andare a letto perché non ci riuscivo più. E quelle poche volte che lo facevo, lo facevo più che altro per lui piuttosto che per me. Ma ormai avevamo le vite completamente separate. Io avevo i miei nuovi amici di università, tra cui Ax e N, che erano diventati i miei migliori amici e gli amici che mi ero fatta facendo le feste in discoteca. Lui invece si frequentava con la mia ex migliore amica, con cui ci parlavamo sporadicamente e il suo gruppo di ubriaconi. Non avevo notato fino allora che era diventato un alcool-addicted. Non me ne ero accorta e questa cosa mi faceva repulsione, oltre tutte e cose che avevo fatto e avevamo passate. Quanta poca comunicazione e comprensione: non eravamo più compatibili. E io mi stavo comportando letteralmente di merda. Quindi basta. Dopo due settimane che non ci eravamo sentiti, ci incontriamo "casualmente" in un parco e ci lasciammo.

Era da mesi che non facevo sesso. Avevo voglia di scopare e fare davvero qualcosa di nuovo e V, mio nuovo amico di università e compagno di corso, era il mio ideale. Bello come un modello e che mi comprendeva in quello che avevo fatto in quell'ultimo anno: diciamo che l'ho scelto perché era stato un buon amico nel primo anno di università ed era bello. Fine della storia.

Non l'avessi mai fatto.
Da quando avevamo iniziato ad avere questa scopa amicizia lui è cambiato totalmente come persona. Era diventato arrogante e pieno di sé. Mi schiacciava, mi diceva che ero troppo maschiaccio e con troppa voglia di scopare. E che aveva bisogno dei suoi spazi. Mi trattava di merda e mi associava dei difetti di me che non avevo mai notato, soprattutto dal punto di vista fisico: ho la pancetta, mi vestivo in modo strana. Che fisicamente facevo proprio schifo. E io mi sentivo davvero una merda.
Quindi decide gentilmente di lasciarmi a metà dell'estate del 2014, con scuse del cazzo come "tu vuoi dimostrare che riesci a pisciare più lungo di me", una settimana dopo che mio zio mancò e STRANAMENTE il giorno prima di partire per la sua vacanza con gli amici a Pag.
Non mi era stato per niente accanto dopo la morte di mio zio e si era sempre fatto i cazzi suoi. E qui entra in gioco il mio ex F, che quando è venuto a sapere della morte di mio zio mi è stato praticamente accanto e io, debole com'ero, mi ci sono fiondata tra le braccia.
La cosa che faceva ridere di quel periodo è che i miei due migliori amici Ax e N mi continuavano a stare dietro: se con N ci baciavamo una volta ogni tanto nelle ubriacature con Ax invece sono sempre stata molto corretta e gli ho sempre fatto notare che in quel periodo per me non ce n'era.
La settimana in cui V se n'è andato a fare i fattacci suoi, ho ricominciato a frequentare F e a introdurlo nella mia vita, facendogli conoscere tutti i miei nuovi amici di università, tra cui le mie migliori amiche di adesso e N, con cui ormai c'era solo un'amicizia forte ma ambigua, avevo deciso pure di smettere di baciarci saltuariamente perché sapevo che mi sarei ficcata in un casino ben più grande.

E così è stato. V ovviamente quando è tornato dalle sue vacanze è ritornato da me. E se all'inizio ho deciso di fare la figa di legno e a farmi poi desiderare, ho ceduto e iniziato due relazioni in contemporanea, dove solo F sapeva che mi frequentavo con V.
Ho continuato così per davvero troppo tempo. Dalla fine di Luglio fino a metà/fine Settembre del 2014. E poi dopo continue indecisioni dove non sapevo davvero con fare, ho deciso di chiudere definitivamente con F, perché sapevo che la nostra relazione non sarebbe mai decollata anche se in quei mesi da amante era decollato solo il sesso, che era diventato fantastico. Non ce la facevo, non ci riuscivo, non provavo più nulla anche se nei mesi di indecisione gli avevo detto poche volte che lo amavo. Ho fatto delle cazzate. Non lo amavo più da troppo tempo e mi legavo a lui perché non volevo mettere una X sul mio passato e perché, alla fine, avevo paura di rimanere sola.
Mi sono detta che V, per quanto si fosse comportato male nei mesi precedenti, era qualcosa di nuovo con cui potevo costruire qualcosa.
Ed effettivamente da Ottobre fino a fine Novembre e inizio Dicembre le cose stavano andando davvero bene. E mi ero presa finalmente di qualcuno.

Nel mentre avevo adocchiato un ragazzo (visto a metà Ottobre) con cui avuto un colpo di fulmine, M+, conoscenza di una delle mie migliori amiche. Mi piaceva fisicamente e vedendo come si comportava mi piaceva proprio. Ma mi ero detta che era inarrivabile perché più grande di me e che comunque visto che le cose andavano bene con V, non dovevo permettermi di rovinare tutto.

Finché - c'è sempre un finché - non decisi di aprirmi apertamente con V che mi rifiutò in modo poco gentile. Al mio "ti amo" mi rispose con un sorriso nervoso, dicendomi che sarebbe passato.

Lì sono crollata. Non ce la potevo più fare.
Mi ero fissata con una persona che in realtà oltre a una storiella così, per aumentare il suo ego, non riusciva a fare il passo successivo per portare la relazione su un altro gradino, sebbene io conoscessi la sua famiglia e lui la mia. Mi sentivo ferita da morire, ma non sapevo che cosa fare.

E allora ho incominciato a fare quello che facevo di solito. Rifugiarmi da qualche altra parte.
Ho ricominciato ad aggiungere i baci di nuovo con N e ho incominciato a valutarlo. Lo conoscevo davvero da un sacco di tempo, mi piaceva quando avevo 15-16 anni e adesso ci frequentavamo molto come amici e aveva veramente tutte le fortuitissime carte in regola per essere il mio ragazzo perfetto.
Per cui tutto il Dicembre del 2015, sempre mentre stavo con V, ho tentato di farmi scattare quella scintilla che mi avrebbe permesso di fare il passo successivo con lui. Ma la fiamma non ardeva. Finché ci baciavamo solo, andava tutto bene, ma appena si tentava di fare altro avevo una repulsione. Cazzo che repulsione. Non riuscivo a spiegarmi perché ce l'avessi anche se lui era davvero perfetto con me, in tutto. Con la mia famiglia, studio e amicizia. Intraprendente e molto carino. No niente non ci riuscivo. E continuavo solo ad illuderlo e io a giocare non intenzionalmente con i suoi sentimenti.
Volevo solo che mi scattasse.

Gennaio del 2015.
Stavo in biblioteca al politecnico e rivedo M+. La notte lo sogno e il giorno dopo chiedo alla mia migliore amica di prendere posto vicino a lui in modo da poterlo conoscere.
Ci conosciamo davanti a V e incominciamo a flirtare davanti a lui. La sera stessa V mi fa il culo per il mio gesto irrispettoso. Non si flirta davanti al proprio ragazzo con un altro. Non dico niente, chiedo scusa e mi sento in colpa, ma M+ non si dà per vinto e nei giorni seguenti mi scrive su Facebook dove mi dice che se il giorno dopo fossi stata in biblioteca, mi avrebbe dato un regalo.
Il giorno dopo ricevo un regalane che decido di condividere con il mio compagno di studi e V. Ci ritroviamo fatti a giocare a carte davanti all'università piuttosto che studiare.
M+ si spinge oltre e mi chiede di andare a studiare nella biblioteca della mia città un giorno del mio weekend. Accetto.

Ci ritroviamo in questa biblioteca dove lui era con un paio di amici/compagni di corso, mentre io studiavo per i fatti suoi. Un po' prima di pranzo andiamo io e lui a farci un giro e parliamo un po', vedo che non riusciamo proprio a capirci e sinceramente mi ero detta che l'apparenza ingannava per davvero. "Sì carino, ma niente di più". Non mi aveva fatto davvero colpo.
Per cui per tutto il mese di Gennaio, già che mi sentivo in colpa di essere uscita con lui all'oscuro di tutti i miei amici e soprattutto di V, non lo consideravo più e gli davo buca ogni volta che mi chiedeva di andare a prendere un caffè. Quando ci vedevamo per caso, scambiavamo due parole e facevamo morire lì la conversazione.

Inizio Febbraio 2016.
Appena finii l'esame di Analisi 2 ero davvero troppo incazzata. Avevo fatto degli errori del cazzo e non potevo credere che mi sarei bruciata un bel voto. Dovevo vedermi con V. subito dopo l'esame ma ero troppo incazzata e volevo prendermi un po' di tempo per me. Avrei usato come scusante la neve che stava cadendo e il traffico che c'era dall'università a casa sua.
Passai dalla biblioteca per caso e ci trovai M+ con cui iniziai a parlare e finii per dargli un passaggio in macchina fino a casa di V, dove avrebbe preso un pullman che lo portasse poi a casa.
E in quel momento scattò qualcosa dentro di me inspiegabile.

Divenne il mio amante e rimase in questa condizione per un mese. Fu uno dei mesi più belli della mia vita perché finalmente stavo provando davvero qualcosa per qualcuno. Non credevo nei colpi di fulmine perché ero convinta che le relazioni sane potevano nascere solo dopo aver avuto una buona amicizia, ma non mi spiegavo perché immaginavo la mia vita legata a lui già dal primo appuntamento, avvenuto in enoteca.
Fui sincera con lui, gli dissi tutti i comportamenti brutti che avevo assunto in passato, partendo dal 2010. E lui mi aveva accettata per quello che ero, anche se non ero la ragazzina perfettamente pura come lo potevo sembrare esternamente.

Ma sfortunatamente anche con lui sono riuscita a nascondere delle cose che non sono mai riuscita a rivelargli. Anche se lui fu sincero con il dirmi che mentre era mio amante si era portato ancora a letto la sua ex ragazza, io non gli dissi allo stesso modo che la settimana dopo che avevo lasciato V, ero andata a letto con lui di nuovo. Credo che lui sappia che l'ho fatto, ma non ha mai detto nulla.

Il punto è che avevo paura a buttarmi tra le sue braccia. Sapevo che provava qualcosa per me e sapevo di provare qualcosa per lui, ma avevo paura di abbandonare la mia vecchia vita e chiudere con tutte le porte aperte che avevo creato, che mi davano scappatoie e sicurezze nel caso avessi avuto problemi con la mia vita principale. Ma per amore l'ho fatto.
Ho chiuso con quello che era il migliore amico N e tutte le amicizie che avrebbero potuto essere ambigue e dannose per la mia relazione.
Ma lui non ha fatto lo stesso con me: non si fidava. E quindi sono riuscita scoprire messaggi con altre ragazze a cui lui era rimasto appresso prima di iniziare la relazione con me. E da lì non mi sono più fidata di lui, perché se io avevo fatto lo stesso per cambiare e l'avevo fatto grazie a lui e per lui, perché non riusciva a fare lo stesso?

Così ho iniziato a diventare una psicopatica. Gli controllavo WhatsApp, Facebook, email e messaggi. Non me ne perdevo una. E anche se lui smise io non riuscii proprio più a fidarmi di quello che facendo.

Febbraio 2016.
Poi lui partii per Parigi per tesi all'estero. E la distanza ha davvero rotto tutte le nostre certezze. Non ci fidavamo più nessuno dei due dell'altro ed è finita nel Luglio 2016 perché lui ha detto basta.

Scoprii a causa della mia psicopatia che andò subito a letto con un'altra a Parigi subito dopo che ci siamo lasciati. Io impazzii e stetti male, dimagrii e per ripicca decisi di andare a letto anche io con un ragazzo francese qua a Torino, K. Ed è andato tutto di merda. Non riuscivo a fare buon sesso perché non mi piaceva fisicamente, ma mi sembrava la persona più intelligente con cui lo potessi fare: si era anche lui lasciato da poco dopo 5 anni di relazione, non scopava più con la sua ex, come io non scopavo più con M+ per colpa della distanza ed era un ragazzo che non l'avrebbe detto ai quattro venti.
Mi ha fatto schifo farci sesso. E se tornassi indietro non lo farei più.

Ottobre 2016.
M+ ritorna in Italia e si laurea, io ancora innamorata pazza di lui voglio riprovarci con lui. E lui ci sta ma mi tiene lontano dalla sua vita principale. Ero nascosta da tutti i suoi nuovi amici, dai nostri amici in comune e tenevo nascosta la mia relazione dai miei, tranne a 2 mie amiche, perché avevo paura di essere giudicata una stupida per rimettermi di nuovo con una persona che non si è comportato bene durante la nostra relazione.
Lui mi rivela che prima di frequentarmi è andato anche a letto con una ragazza con cui avevo beccato i messaggi durante la nostra relazione.
Decido di passarci sopra e di ricominciare da zero, ma dato i presupposti avevo bisogno di pararmi il culo per eventuali cambi di decisione da parte di lui, quindi incominciai a vivere una vita parallela a lui dove io mi frequentavo con altri ragazzi. Solo perché stavo male a non poter essere nella sua vita di tutti i giorni e che lui mi nascondesse da quella.
E solo con un ragazzo mi sono baciata in quel periodo, mentre ero in discoteca ed ero incazzata con M+: K.

Sfortunatamente M+ scopre di tutte queste storie dietro di lui e decise di voler chiudere la relazione, ma prima dicendo a tutti i miei amici che in realtà negli ultimi mesi ho mentito e che stavo con lui già da un po'.
Mi sono incazzata come una bestia e gli ho detto che doveva aspettarsi un comportamento da parte mia di questo tipo in risposta della sua indifferenza totale alle mie esigenze.
Allora decise di perdonarmi e di riprovarci, ma non fu più mai lo stesso.

Agosto 2017.
Ci lasciamo dopo 2 settimane di pausa, dove io mi sono comportata da single, baciato un ragazzo e fatto una cosa a tre con una ragazza e un ragazzo.
Non riesco ad immaginare un futuro senza di lui.

Lo sapevo che sarebbe finita così. Ma ci sto male comunque. Non perché lo ami ancora, ma perché da come ho detto, ho una dipendenza affettiva e un bisogno costante di attenzioni. Dove praticamente io non sono mai stata sola.
E invece adesso lo sono, davvero.

La sincerità e la trasparenza.
Questa è la mia verità.

lunedì 21 agosto 2017

Finale di stagione

Avrei voluto capire prima che cosa volessi.
Avrei voluto non sprecare tempo, soldi e sentimenti.
Ho sbagliato di nuovo a darti una possibilità che alla fine non si rivelerà tra le migliori.
Ho amato, tentato di farlo con scarso successo.

Ho paura della vita adesso. Ho sempre immaginato una vita con lui ma adesso che non ci sarà più non ho più prospettive. Non so se avrò voglia di condividere di nuovo la mia luce.
Ogni volta che tento di esprimermi sento un peso sullo stomaco, come se in realtà più parlassi, più quel peso non si affievolisce ma tende a diventare sempre più difficile da digerire.

Non so come realizzare i cambiamenti, li ho sempre odiati ma li devo per forza accettare.

Ci sono giornate dove non penso a niente se non a fantasticare a come le vite potrebbero intrecciarsi di nuovo. Ma questa volta, mia cara Jennifer, non c'è più via di fuga. Non si può tornare indietro da delle decisioni prese.

E fa male. Sei costretto a prenderle perché nessuno si merita di stare in un equilibrio instabile. Nessuno si merita di morire dentro, logorati da quello che si crede sia il sentimento più bello mai provato.
E allora mi chiedo: come fanno le donne a vivere dopo che il proprio marito le lascia nel pieno dei quaranta o cinquant'anni e magari durante la loro relazione avevano deciso di non avere figli?
Si suicidano?
E io che ne ho ventitré, come posso essere così sicura di rimanere ferma su una persona che alla fine ti volgerà sempre le spalle volente o nolente?

Forse quella problematica sono sempre stata io fin dall'inizio. Io che non riesco a svolgere la mia vita senza avere qualcuno accanto. Probabilmente ho sempre cercato di badare agli altri perché non sono mai riuscita a prendermi cura di me stessa, di quello che volessi davvero, dei miei desideri, passioni e paure. E alla fine a ventitré anni ti ritrovi a capire tutto questo in una botta sola e tutti i castelli di carta che mi sono costruita sono stati spazzati via da una leggera ventata. Non deve essere per forza il tornado a cancellare tutto. Basta solo svegliarsi e capire che effettivamente tutti i pilastri su cui tenevi conto non sono mai stati portanti. E così ti ritrovi con il nulla davanti.

L'altro anno, nel pieno della mia crisi avevo appeso quattro post-it che mi ricordassero le cose più importanti della vita:
- Devo amarmi;
- Devo riscoprirmi;
- Serenità;
- Trasparenza.
Non so se alla fine sono riuscita a raggiungere i miei obiettivi, se stessi totalmente bene con me stessa non sarei qua a piangermi gli ultimi due anni della mia vita con un ragazzo che non mi ha lasciato totalmente nulla se non amarezza. E insicurezza. E giudizio.

Continuo a chiedermi a cosa sia dovuta la mia dipendenza da lui.
Ieri pomeriggio ho fatto una lista dei pro e contro e hanno vinto i contro, ma la mia irrazionalità mi ha portato a pensare a quei momenti che erano fatti di felicità, spensieratezza e spontaneità. Tre cose che hanno sempre caratterizzato la mia persona ma che credo di aver perso man mano che sono andata avanti. Ne avevo parlato con amici e mi hanno detto "E' la crescita che porta a questo". Ma io non ne sono così sicura. Perché loro riescono ad essere comunque felici. Io no. Nemmeno quando avevo la persona più fantastica del mondo al mio fianco.
Perché, diciamocelo, sono un'eterna infelice e non mi accontento mai di nulla.

Alla fine colpevolizzo tanto lui per non aver preso prima questa decisione, ma in realtà la colpa mia, perché non ho mai avuto le palle di mollare la presa. Perché vedere la vita in una prospettiva diversa vuol dire anche prendere le strade più scomode e abbandonare il proprio compagno, che non è così compatibile come l'esperienza con lui ti ha insegnato. Che in realtà i momenti più belli sono di un periodo a sé, puro e non ancora toccato dal' "io maligno" che ha fatto perdere tutti i colori più belli, lasciando strascichi di nero, grigio e bianco.

Prendere una posizione è quello che mi merito. Non provarci più è quello che il mio cuore si merita. Un po' di aria e di pensieri vuoti. Anche se non si ritornerà più ai momenti belli: ai ti amo, ai grazie di esserci e tutto il resto. Ma non tutte le cose devono andare come vogliamo che vadano, ma come bisogna che vadano.

E' uno scritto per autoconvincermi che è la cosa più giusta da fare? Sì.
E' quello che voglio fare? No.
E' quello che lui vuole fare? Non lo so, ma di sicuro non è fermo sul sì. Le risposte sono "No" o "Non lo so". Ma alla fine coincidono sempre: il non lo so viene utilizzato per non darti dispiaceri e delusioni. E io sarò una delusione dopo domani. Sarò a pezzi, non amerò la vita e non amerò nessun altro. Ma forse potrò di nuovo respirare.

mercoledì 2 agosto 2017

Cammino

Sono ritornata a scrivere dopo tanto tempo.

Ho tentato di recuperare una storia che era già finita in partenza.
Questo ultimo anno è stato un calvario: prima ho nascosto ai miei amici della mia relazione con quello che è adesso il mio ex ragazzo per paura di essere giudicata, per poi trasformarmi in quella fidanzata passiva per paura di essere lasciata. Credevo che non facendo presente critiche o non dicendo cosa bisogna fare in una relazione, ma al contrario, avendo pazienza e facendoglielo capire con messaggi subliminali, tutto sarebbe migliorato.

La comunicazione è la chiave di tutto.

Due settimane fa, dopo che l'ultima goccia ha fatto traboccare il vaso, l'ho lasciato. Non vedevo più una soluzione nei nostri problemi dovuti a lui se non allontanarmi dal veleno che ormai mi scorreva nelle vene.
Negli ultimi mesi ero stata trascurata, messa in un angolino, la tipica ragazza che ti aspetta a casa e ti dice: "Come è andata la giornata? Esci a svagarti con i tuoi amici, io ti aspetto qui nascosta dal tuo mondo." Non ce l'ho più fatta. Amavo troppo me stessa per lasciarmi sopraffare gli anni della mia giovinezza da una situazione del genere.
Ovviamente non è stato facile e la rottura ha portato alla luce nuovi aspetti del mio ex di cui non ero a conoscenza. Si è messo a piangere dicendomi che non è soddisfatto di sé stesso, che si sente costantemente infelice sotto ogni punto di vista, a partire dal lavoro e a concludere con la nostra relazione, sebbene non ci sia stato un evento scatenante. Mi diceva che si sentiva completamente passivo dalla vita e l'unica cosa che poteva fare e lasciarmi andare, anche se, a sua detta, ero la donna più importante della sua vita.

Ero fottutamente convinta di quel che ho fatto e mi sono detta che non mi sarei fatta trascinare nell'oblio dove stava lui. Per quanto lo amassi, mi meritavo di meglio. Merito una persona che sappia il valore della mia persona e non che mi usi semplicemente per sfogare una frustrazione non dovuta a me.

Peccato che il giorno dopo mi scriva un messaggio in cui mi diceva che si era pentito di quel che ha fatto e voleva sistemare tutto. Mi ha promesso che sarebbe cambiato e che avrebbe recuperato tutto perché un mondo senza di me non riusciva ad immaginarlo.

Effettivamente ci sono stati dei cambiamenti da due settimane a questa parte: mi chiedeva molto più di uscire, era pronto a fare nuove esperienze e a rompere la routine quotidiana, ma per me non era abbastanza. Sapevo che il lavoro che sta facendo lo logorava e il fatto che me lo nascondesse - e mi nascondesse oltretutto il suo malessere che continuava a spegnerlo - mi faceva dubitare di lui, tanto da perdere quasi totalmente la fiducia nei suoi confronti.
Non stavo bene a non vederlo star bene e non stavo bene perché io ero di nuovo una conseguenza, un po' più alleggerita rispetto alle settimane precedenti, di qualcosa che non riuscivo e tutt'ora non riesco a capire.

Ed arriviamo a ieri: sono scoppiata, gli ho urlato in faccia che è un povero patetico, immaturo e soprattutto inetto; che preferisce farsi travolgere da questa sorta di depressione - che non so ancora se effettivamente è depressione o solamente una scusante per lasciarci - piuttosto che comunicare con me e reagire assieme. Mi ha dato ragione, mi ha detto che non si sente un uomo, che non si ama e non si piace e quindi trova difficile amare me e - gran finale - piuttosto che rovinarmi preferisce lasciarmi andare. Insiste con il dire che il problema è lui e il suo malessere e che per quanto lui creda che io sia la donna della sua vita e la persona più compatibile sulla terra, non vuole continuare questo calvario senza una soluzione, anche se io la vedo nella comunicazione e nell'apertura.
L'unico con cui parla è un suo amico, che chiamerò A, ma non riesce a fare la stessa cosa con me.

Io credo che sia depresso e che il motivo per cui si è allontanato da me è perché non l'ho compreso e si sentiva giudicato. Ieri mi ha anche rivelato di aver pensato al suicidio, eppure stento a credere che nei momenti del bisogno una persona tenda ad allontanare le persone a sé più care. Sento che sono tutte scusanti e giustificazioni, piuttosto che un motivo per cui rialzarsi e pensare di risolvere la sua vita senza dover per forza azzerare tutto quello che c'è stato.

Ne ho parlato anche con i miei genitori. Mio padre è andato in depressione nel '98 e mia madre gli è stato accanto, quindi credo che siano le persone più adatte per consigliarmi.
Mi hanno detto di avvertire immediatamente i suoi genitori, in modo tale che possano aiutarlo anche loro e di stargli accanto a prescindere di come possa andare la nostra relazione, conclusa o no.

Mi sono venuti i dubbi che in realtà io abbia ingigantito tutto - tipica mia caratteristica - e che in realtà l'unica cosa che voglia è quella di farsi i fatti propri e continuare semplicemente una vita senza di me. E che non abbia effettivamente il coraggio di ammetterlo a sé stesso e quindi continua a tenersi una porta aperta nel caso in cui non trovasse di meglio.
Comunque sia, ieri mi ha assicurato che il problema non sono io ma non è lui, eppure questa è la tipica frase dei codardi. Per questo continuo ad essere arrabbiata, delusa e preoccupata nello stesso tempo.

Per avere conferma delle mie ipotesi ho deciso di scrivere al suo amico e confidente A, che ovviamente è a lavoro e mi ha detto che ne avremmo parlato stasera, sempre che se lo ricordi.
Sono sempre lasciata sulle spine e con mille dubbi, come al solito.
Devo sapere una sua risposta entro stasera sul tardi, perché poi dovrò andarmi a riprendere le mie cose dal mio ex, per dare un taglio netto e rendere la rottura un po' più breve - anche se con tutti questi pensieri e paranoie, la separazione non sarà per niente semplice per me.

Dulcis in fundo, domani è il mio ventitreesimo compleanno e non c'è nessuno qua dalle mie parti. I miei amici sono in vacanza e l'unica rimasta qua ha i cazzi suoi per la testa e non credo abbia molta voglia di festeggiare. E non ne ho nemmeno io. Avrei voluto festeggiarlo con lui, ma credo che questa volta sia definitiva.
La mia paura è che se taglio la corda non ci sarà più un ritorno. Perché lui sarà andato avanti e io pure e mi sento di aver sprecato da una parte il mio tempo, dall'altra un'occasione per essere felice di nuovo con qualcuno.

Ho paura di non trovare qualcuno che mi ami per come sono, ma la mia paura maggiore è che io non trovi più qualcuno da amare. Ho avuto tante relazioni nella mia vita, dove però sono state per lo più un 'passatempo' per me o una prova piuttosto che un reale sentimento. Questo è stato un colpo di fulmine, unico, reale e quasi totalizzante. Il suo fisico e il suo carattere mi hanno colpita e infine mi hanno abbattuta.

Ho anche paura di stare di nuovo male per lui, come la prima rottura avvenuta praticamente un anno fa. In quei mesi estivi non ho mangiato, non dormivo e non riuscivo più a sorridere veramente. Non voglio stare di nuovo così, ma sento di nuovo quel blocco allo stomaco che avuto l'altro anno e questa cosa mi sta ammazzando. Non voglio e ho paura. Non voglio lasciare le cose a metà, voglio stare bene per una volta. Voglio continuare ad amarmi, sebbene sia una cosa che ho imparato poco tempo fa.
Ho paura di non farcela di nuovo. Ma devo mettercela tutta. Per forza. Altrimenti muoio dentro.

sabato 14 gennaio 2017

Step 25

Sintesi finale

Siamo arrivati alla conclusione del nostro lavoro. Sintetizziamo ciò che abbiamo scritto sul carminio in questo blog.
Nello step 1 abbiamo definito che il carminio è una tonalità di rosso scuro derivante dall’essiccatura dell’insetto cocciniglia. Siamo passati allo step 2 in cui abbiamo tradotto il colore nelle diverse lingue del mondo. Nello step 3 invece abbiamo voluto esprimere il carminio attraverso i modelli di colore RGB e HSV.
Nello step 4 abbiamo scoperto il ruolo del carminio nella storia e nel mito. Esso simboleggia la vita, la passione, il sangue, la violenza e la regalità, non per altro viene utilizzato da Jacques-Louis David per rappresentare il mito del giuramento degli Orazi.
Per quanto riguarda i personaggi storici e contemporanei nello step 21 sono stati descritti i motivi per cui Maria I d’Inghilterra e David Bowie possono essere i rappresentanti del carminio.
Scopriamo il carminio come soggetto di alcuni proverbi e superstizioni popolari del passato. Abbiamo elencato i più importanti all’interno dello step 8.
Negli step 6, 14 e 17 abbiamo analizzato il carminio dal punto di vista scientifico, in particolare nella fisica, nella medicina, nella chimica e infine abbiamo ricercato un brevetto che avesse come argomento principale il nostro colore.
Ritroviamo il carminio anche nell’arte, design ed architettura.  Negli step 18 e 19 sono stati presi in considerazione i quadri “Al Salon di de Rue des Moulins” di Toulouse-Lautrec e “La stanza rossa” di Matisse (quest’ultimo contiene le dimensioni cognitive del colore);  è stato individuato il carminio nel design sia di oggetti (la poltrona di Nemo, step 16) che di vestiti (Dolce&Gabbana, step 20) e nella biblioteca di Nembro (step 22).
Il carminio è un colore di utilizzo comune anche nelle pubblicità e brand: lo fa la Vodafone per esprimere il suo slogan (step 10) e la Martini per rappresentare l’eleganza del proprio prodotto (step 15).
Il carminio è presente in molti altri ambiti: dentro lo step 5 abbiamo visto i testi di canzoni che contengono il colore;  all’interno dello step 7 abbiamo appurato l’uso del carminio nelle scene di violenza e di sesso nel cinema; nello step 12 abbiamo visto come il cibo può colorarsi di carminio; abbiamo spiegato nello step 11 come la letteratura adopera il colore per descrivere un colibrì; nello step 13 ritroviamo un personaggio dei manga chiamato come il carminio, Carly Carmine.
Nello step 9 abbiamo fatto un abbecedario del carminio per capire in quanti ambiti può spaziare questa sfumatura di rosso, dalla politica (P come Putin) alla geografica (T come Turchia).
Dentro lo step 23 abbiamo applicato al colore la metodologia delle classificazioni presentata nel “Pensiero Selvaggio” di Strauss: esso può essere la concezione espresso in colore della vita, ma può essere anche il sangue che dà la vita.
Infine, nello step 24 abbiamo visto gli aggettivi che meglio descrivono il carminio e definito l’oggetto rappresentativo, la pianta Acerum Palmatum.

Grazie mille per l'attenzione.


mercoledì 11 gennaio 2017

Step 24

Carminio

La nuvola


Acer Palmatum Carminium


L'Acerum Palmatum Carminium è un albero originario del Giappone.
La caratteristica principale per cui è apprezzato è coltivato in tutto il mondo è per la bellezza delle sue foglie, le quali assumono un colore carminio in primavera.

Esso è l'oggetto che rappresenta al meglio il carminio in quanto è un albero che attira l'attenzione dell'occhio umano, è elegante e assume questa sfumatura di rosso scuro all'inizio dei primi calori dell'anno. Possiamo dunque associare tutti gli aggettivi con cui abbiamo descritto il carminio all'acero giapponese.

Per maggiori informazioni sull'Alcerum Palmatumhttp://www.piantevivai.com/alberi/acer-palmatum.html

martedì 10 gennaio 2017

Step 23

Un colore selvaggio

Nel saggio "Il pensiero selvaggio" di Claude Lèvi Strauss emerge la necessità dell'uomo di categorizzare la realtà in cui vive. Gli animali, le piante, gli oggetti, ma anche l'essere umano. Allo stesso modo possiamo utilizzare tale metodologia per classificare il colore in esame, ossia il carminio.

Il carminio ha due diverse dimensioni: sentimentale e materiale.

Come abbiamo già descritto nello Step 04 il carminio, derivante dal rosso, è simbolo dell'energia vitale, sia mentale che fisica. Infatti alla visione di questo colore ci viene voglia di vincere le energie passive, ossia ciò che potrebbe creare malumore e depressione, infondendo una certo ottimismo.
Dal punto di vista fisico, esso aumenta il battito cardiaco e dunque stimola il nostro corpo accelerando i ritmi vitali.
Il carminio è il simbolo della forza di volontà.

L'oggetto che meglio rappresenta tutti questi simboli, è il sangue, il quale diventa l'oggetto base del nostro colore. Esso infatti, oltre a rivestirsi di carminio per la presenza dell'emoglobina, rappresenta il concetto dell'esistenza. E' un elemento indispensabile per la vita.
Con la perdita di questa "linfa", si pensa immediatamente alla morte.

Questi due mondi sono paralleli tra di loro: la dimensione sentimentale rappresenta il significato che noi diamo del colore carminio; dall'altra parte troviamo un oggetto inanimato di color carminio che può essere descritto dal punto di vista scientifico, ma che comunque si lega al concetto che assume il colore.

[...] Il sapere teorico non è incompatibile con il sentimento, che la conoscenza può essere contemporaneamente oggettiva e soggetiva [...]
Strauss, Il pensiero selvaggio, pagina 51 de "La logica delle classificazioni totemiche"