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giovedì 1 dicembre 2016

Step 04

I colori nel mito

Sarebbe interessante scoprire quale sia il denominatore comune tra il mondo cromatico e il mondo mitologico.
Mito e colori fondano le proprie radici nella fantasia e mente umana, si intrecciano tra di loro generando così un unico universo.
L’esperienza emotiva e simbolica dei colori e quella intuitiva del mito nascono dal contatto con la natura, dal senso di mistero e di sacro che da essa irradia, come una luce che inonda il cuore e la mente dell’uomo, generando sensazioni, pensieri e fantasie. Colori e miti assumono ed esprimono valori primitiviancestrali, che costituiscono un patrimonio comune, ancora dentro di noi.
                                                                                           Cesare Peri
In poche parole, la mitologia e i colori sono serviti all'uomo per esplorare e capire (oltre che a giustificare), per quanto possa essere possibile, la realtà che lo circonda e quella che vive dentro di sé.

Il rosso è il colore dei muscoli, del sangue, della vitalità, per i Romani era il simbolo di Marte, dio della guerra, poiché il rosso rappresentava il sangue sparso in suo onore durante le battaglie. Non per altro il rosso rappresenta il valore dell'aggressività, della voglia di vincere e primeggiare, dell'orgoglio e della passione.

Il rosso non è solo simbolo della religione pagana ma anche della cristianità: infatti nell'arte paleocristiana dipingevano di rosso gli arcangeli, la Madonna non veniva solo rappresentata in tunica bianco azzurra, ma spesse volte indossava un abito in rosso.

D'altro canto il rosso è anche simbolo del peccato: non per altro nel XIX il Papa dichiarò che il bianco era il colore che poteva rappresentare al meglio la Vergine e, dunque, il rosso come divino cadde in disgrazia.

Il rosso è simbolo anche delle massime autorità e della regalità. Infatti nel passato chi indossava un mantello rosso apparteneva di conseguenza ad un ceto ad alta rispettabilità.


Per poter spiegare al meglio questa corrispondenza "mito-colore", andiamo ad analizzare un quadro di pittore francese, il quale rappresentava spesse volte la mitologia romana: il Giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David.



Notiamo che il pittore neoclassicista ha deciso di rappresentare questo episodio con colori caldi e di vestire i tre fratelli con abiti di colore rosso. Il padre, invece, indossa un mantello sempre dello stesso colore mentre dice ai propri figli "O Roma, o la morte".
Questa scelta di colore è ben descritta da Francesco Morante.

L'immagine deve invece colpire la coscienza dell'osservatore. Non deve offrirgli consolanti sensazioni estetiche ma deve smuovergli il cuore. Deve richiamarlo a valori forti. Valori come l'eroismo. Valori tanto necessari in una fase storica come questa in cui la società francese si prepara a quella rivoluzione destinata a cambiare il corso della storia europea. Il richiamo all'eroismo è il grande contenuto in questo quadro. Un contenuto etico. Un contenuto forte. E, per far ciò, il David abbandona del tutto quella sensazione di attimo fuggente che caratterizza tutta la pittura del Settecento rococò. Egli sceglie di rappresentare la vicenda secondo la tecnica del momento pregnante. Il momento eterno. Quel momento in cui la coscienza cambia per sempre per una scelta che non può più farci tornare indietro. Quel momento da consegnare per sempre alla storia. 
David dunque tramite questo colore non rappresenta solo il valore della guerra e la volontà della conquista di Roma, ma riesce associare il rosso anche a ciò che contemporaneo a sé stesso, la rivoluzione nella propria patria, la Francia.

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